Continuano l’esplorazione del dungeon e si trovano davanti un basilisco, che pietrifica Elwine.
Dashmil decide di buttarsi all’attacco cercando di accecare la bestia e con dei tiri davvero precisi conficca le frecce proprio nei piccoli bulbi della grande bestia.
Con la pietrificazione fuori uso assaltano il mostro e lo fanno fuori.
Non contento si dedica all’arte della conciatura per prendersi la bella pelle del basilisco. Tuttavia l’operazione richiede molto tempo e si va di nuovo vivo il minotauro che li attacca nuovamente.
Dara lo brucia col suo potente soffio e si ritira.
Dopo aver superato altre trappole che evocano dei mephit di melma finalmente arrivano alla stanza del minotauro. Il Gran Corno sferra due potenti colpi a Dashmil e Nali, scaraventondoli via lontano da lui per potersi prendere il tempo di affrontare gli altri.
Per loro fortuna non riesce a mettere a segno nessun colpo davvero degno di nota e finalmente lo uccidono.


Come la bestia muore una potente esplosione magica li scaravanta via lontano e fa sparire tutto il labirinto.
Si ritrovano ognuno isolato dall’altro in mezzo al buio. Pian piano si ritrovano, proprio nel punto in cui giace il minotauro privo di vita.
Gli staccano la testa e se la mettono nella borsa conservante come trofeo. Nali si prende il martellone, sperando di poterlo usare un giorno in battaglia.
In lontananza arrivano i rumori dello scontro e decidono che è meglio darsela a gambe. Attraversano il ponte, ma invece di passare per la città dei drow decidono di prendere un tunnel che sembra dirigersi verso la superficie.
Nel tunnel vengono raggiunti dal Mind Flayer Squald, che li stordisce e li minaccia di morte per averlo tradito ed essersi alleati con i drow.
Due possenti Umber Hulks affiancano l’illithid che passa i suoi tentacoli sulle teste degli avventurieri storditi.
Dara, vista la situazione molto pericolosa cerca di persuadere Squald che vuole informazioni. Gli offrono la testa del Gran Corno e dopo averne mangiato il cervello diventa più conciliabile nei loro confronti.
Lia gli rivela di aver sentito una voce proveniente da un altro tempo e da un altro spazio parlare di un sigillo che finalmente è stato rotto. Inoltre, persuaro da Dara sul fatto che a Myrilla interessa solo riprendere il potere sui drow dei livelli inferiori decide di lasciarli andare e di cercare un accordo con Myrilla che eviti la reciproca distruzione dei rispettivi clan.
Dopo alcuni giorni finalmente rivedono la luce del sole.
Prendono la via a ritroso per raggiungere il villagigo di Kuzja, quando incontrano in mezzo alla steppa Xenja, una ragazza esile e a malapena vestita che sembra non soffrire per nulla il freddo.
Parlando con la ragazza, dalla mente piuttosto debole, ma dal carattere amichevole, scoprono che è la figlia di Malaktagul e che era al villaggio insieme a Kolyma, fin quando un gruppo di uomini non l’ha aggredita.
Probabilmente sono i cadaveri che avevano trovato a suo tempo congelati alla segheria.


Dara in un primo momento non ha simpatia per Xenja (che ha il grande simbolo di un drago bianco sulla spalla), ma poi decide di farla andare con loro dato che può portarli alla tana del drago.
Per strada incontrano Kolyma che on un gruppo si era messo sulle tracce di Xenja. Invano prova a convincerla a tornare a casa, ormai ha trovato la sua sorellina Dara e non si separerà mai più da lei.
Ma Kolyma li avverte di fare molta attenzione, perchè la sua debole metne è vulnerabile e se esposta alla violenza può scatenare la sua forza incontrollabile.

I voti del Master
Dara salva il gruppo da morte certa usando la diplomazia, convince un illithid a fare un accordo con i drow e viene candidata al premio nobel per la pace.
Nota di merito a Dashmil per aver preso la pelle del basilisco.