Dal Passo del Falco si dirigono a Isik, cercando un passaggio al tempio di Farlanghan per essere portati al Gran Corno. Lì incontrano un bardo divinatore e Dara si fa leggere il futuro.
Il bardo con la sua magica arpa invoca il potere della Musa ispiratrice e canta loro questa canzone:

Oh musa della vita, musa delle arti
di questi avventurieri raccontami le sorti

il fuoco dentro al cuore, e negli occhi la morte
del fato io ti prego dischiudimi le porte

vedo il fuoco e vedo il gelo, vedo l’acido col tuono
e una nube di vapore, ogni figlio ha il suo ruolo

o musa sempre degna, ti prego di spiegarmi
se i figli son perduti, non lo sono più le armi?

un arco di vendetta, un martello potente
le due spade luccicanti ma il bastone è mancante?

lo cerca l’ombra cupa, lo cerca il corvo rosso,
ma è una mano amica che oramai gli è addosso

una guerra fratricida, orfani soldati
marchiati sulla pelle a marciare son chiamati

sorge un cuore d’oro, emblema di bellezza
con il loro sangue laverà la sua purezza

un fuoco di zolfo, fulmini e tempeste
dal buio sorgerà il drago a molte teste

ombre nella notte avanzano alla svelta
c’è la vita o c’è la morte, dipende dalla scelta

Vengono teletrasportati a Seagate e Dara si concede dei momenti di piacere col bardo. Fanno scorta di provviste e si procurano degli utili stivali invernali per resistere alle rigide temperature dell’inverno del sud.
Partono verso gli altopiani silenti, decisi ad affrontare Malaktagul e possibilmente ritrovare Xenja.
Arrivano al villagio di Kuzja che da loro cavalli adatti al rigido freddo, per giorni avanzano nelle terre gelide e ogni tanto se la devono vedere con dei giganti del gelo.


Purtroppo non sono solo i giganti a procurargli delle grane, infatti mentre riposano la notte nello spazio interdimensionale creato da Dara, i lupi hanno fatto scorpacciata dei loro cavalli.

Proseguono a piedi e a più riprese devono vedersela con delle progenie di Tiamat.