La mattina Duman si presenta dalle Fiamme Vive con un’offerta di rare bacche di montagna per convincerli ad unirsi a lui nella ricerca del drago di rame, ma Nali mostra ancora avversione per il druido.
Il nano, con un bel discorso ai compagni, li convince a dirigersi al Faro di Isik e portare il corpo di Dara a Kiria per sperare di ottenere qualche altra informazione o addirittura riportare in vita la compagna caduta.
Prima di congedarsi notano un bizzarro animale in cielo: un ollofante strombazzante con in groppa una scimmietta che suona i piatti. Volando sopra di loro lasciano cadere coriandoli e biglietti da circo, poi cominciano a volare in tondo in una particolare area. Duman tramutato in aquila va a controllare e nota un grande tendone da circo che è sicuro non ci fosse il giorno prima; fa a ppena in tempo a tornare dal gruppo a riferire cosa ha visto, ma già gli altri si stanno preparando alla partenza.
Dashmil guida il gruppo che vola nel vento lasciando solo Duman; sorvolando la città di Khalenberg, prossima ad Healgaard, notano l’assenza dei vessilli di Kord dal tempio, al contrario si vedono delle picche con sopra teste ed elmi imperiali impalati. Il ranger vira dritto verso il balcone dal quale si è affacciata una donna in pesante armatura e il simbolo del dio malvagio Hextor.
Purtroppo per loro le Fiamme Vive rischiano di morire proprio a causa delle fiamme, infatti vengono investiti da ben due colpi infuocati lanciati dalla chierica; Nali si infuria e carica il nemico, Elwine è rapidissimo a deviare su un’altra finestra dove scorge una scena amorosa della mezzorca Ivanna e un grande e muscolossisimo uomo e poi si intrufola nella finestra al piano di sotto dove prova a resistere al disgusto per quello che ha visto.
Dashmi e Lia lo seguono.
Risuona l’allarme e accorrono le guardie nel palazzo ed Ivanna scorge la sagoma di Nali che sta prendendo forma davanti a quella che lei chiama “Lu”. Il nano ancora non ha sfiorato la chierica che viene investito dal malvagio potere della luccicante spada e quando il suo corpo diventa completamente materiale è già ormai gravemente ferito; ma la furia cieca nei suoi occhi lo spinge a colpire con violenza la sacerdotessa di Hextor, che cade in ginocchio per i pesanti colpi riportati. Lu si scosta per curarsi ed ecco che Magnus, il possente umano che era con Ivanna, si getta contro Nali, ma il nano non si fa cogliere di sorpresa e atterra l’avversario.
Nel tumulto arrivano anche Lia, Dashmil ed Elwine, mentre Ivanna prega Lu di non uccidere Nali e allo stesso tempo prova a calmare Magnus, che è fuori di sè. Le due chieriche riescono a portare la calma e l’altezzosa Lu chiede spiegazioni alla sua compagna di battaglia sul perchè debba lasciare in vita quegli invasori.
Dopo una lunga discussione scoprono che il piano dei ribelli ha funzionato e, con le milizie impegnate a combattere gli gnoll, sono riusciti ad impadronirsi della grande città di Khalenberg, a ridosso della capitale della Marca dell’Ovest Healgaard. Come più volte rimarcato da Lu gran parte del merito è suo e di Magnus, che si rivolge a lei sempre in maniera ossequiosa. La chierica di Hextor, sapendo che il gruppo sta dando la caccia a diversi draghi, chiede loro se conoscono Weyogloeaxvi (in draconico Veleno Mortale), il drago verde che ha rubato la spada Gwan da Ar’Thalam, posto da cui vengono sia lei che Magnus.
Le Fiamme Vive stanno proprio cercando questo drago, di cui ora conoscono anche il nome e la spada che ha rubato, essendo una delle armi dei cinque. Lu propone un accordo: lei li lascerà andare se loro in cambio le riporteranno la spada Gwan che appartiene al suo popolo. Lia obietta che potrebbero semplicemente andarsene senza riportarle la spada, ma la chierica sembra molto sicura di poterli facilmente trovare.
Con Magnus che squadra con lo sguardo Nali mentre stringe a sè Ivanna il gruppo riprende il volo verso Isik.
Arrivati alla Torre chiedono udienza a Kiria e gli spiegano cosa è successo alla loro compagna; con stupore quando estraggono il corpo dalla borsa conservante e lo poggiano sull’altare notano che il simbolo del drago rosso è scomparso. Il saggio drago sembra avere pochi dubbi sul fatto che Dara abbia deciso di donare il suo potere e la sua anima a Tiamat, per questo ormai il simbolo è scomparso. Gli parlano anche del drago di rame, che Kiria conosce, si chiama Weyograch (in draconico Rame Velenoso), secondo lui è spesso più fastidioso che simpatico, ma alla fine è un tipo a posto e sicuramente molto saggio. Kiria, vista la delicata situazione all’interno dell’impero, deve restare ad Isik a proteggere la nazione e raccomanda alle Fiamme Vive di uccidere il perfido drago verde che tanto scompiglio sta portando.
Nali, rovistando nel suo zaino, trova anche le quattro fiale di sangue che avevano recuperato dopo aver sconfitto Hoskuld e le fa analizzare a Kiria (ma gliene da solo 3, una la tiene per lui): il vecchio chierico, come aveva fatto Dara in precedenza, conferma che queste potenti pozioni possono restituire la linfa vitale a chi le beve, ma solo perchè contengono un pezzo dell’anima delle vittime di Erythnul, il dio del massacro. Berla significa anche legarsi alla malvagità più profonda e compie un rito, insieme ad altri chierici, per purificare questo sangue maledetto.
Lia suggerisce di seppellire Dara a Sirestìr, il suo luogo di origine e così volano nelle terre elfiche. Trovano Dorian, che ripreso un po’ di conforto ha iniziato una lenta e laboriosa opera di ricostruzione del tempio. Li aiuta a preparare la tomba e a turno ognuno di loro offre un ultimo pensiero a Dara prima di ricoprirla con la terra.
Seppellita l’amica Nali si impone ancora sul gruppo, facendo presente l’urgenza di depurare il martello, onde evitare chissà quali richiami malvagi di Tiamat e fare la stessa fine della strega. Decidono allora di andare verso le alte montagne naniche, a DorHurgon, la più grande città nanica dove possono trovare il Grande Tempio di Moradin.
Sorvolano la contea halfling e passando sopra la città di Debian non possono restare indifferenti alle colonne di fumo e agli edifici distrutti che vedono dall’alto. Scendono e parlando con la gente scoprono che il drago verde è passato lì insieme al gigante alato, hanno distrutto e ucciso a piacimento e poi sono di nuovo volati via lascindo la città nel caos. Non potendo essere di altro aiuto se non quello di dare un po’ di conforto ripartono verso le terre naniche.
Conoscendo bene l’avversione dei nani per gli elfi Lia si camuffa da umana. Entrano in una locanda e finalmente Nali si può gustare una meravigliosa birra nanica mentre Elwine cerca informazioni su come raggiungere il tempio. Le guardie all’ingresso del luogo sacro non li fanno passare, essendo un’area strettamente riservata. Si rivolgono allora a un tempio più piccolo dove un chierico incuriosito dallo strano gruppo scopre il camuffamento di Lia e la fa allontanare da due guardie; inizia poi ad esaminare il martello Piangisangue prendendolo dalle mani di Nali. Dashmil in un eccesso di malafede incocca ingenuamente due frecce all’arco e viene immediatamente colpito e fermato dagli altri chierici, che lo sbattono fuori dalla città. Della bravata di Dashmil ne fa le spese anche l’altro gnomo Elwine che si trova suo malgrado bandito da DorHurgon.
Nali viene accerchiato dai chierici che vogliono essere sicuri delle sue intenzioni.