Recuperata Durindana e scongiurata la minaccia di Zoltan si dirigono verso Isik, per portare la spada a Kiria e trovare un modo per depurarla dalla malvagia presenza di Tiamat.
Prendono la Strada Imperiale che dal Gran Corno va nella Marca dell’Ovest, si fermano ad Healgaard e da qui salpano su una nave verso Isik.
Il viaggio è tranquillo per alcuni giorni, fino a quando non vengono attaccati da un drago blu. Molti marinai perdono la vita nell’assalto, ma con il loro aiuto abbattono la bestia che affonda nel mare.
Arrivati al Faro di Isik Kiria li invita a riposarsi e a prepararsi, perchè il giorno dopo dovranno affrontare le prove di Pelor, unico modo per meritarsi l’aiuto della divinità.
Salgono le scale della torre e vengono trasportati in una stanza di piena luce dove sorgono quattro statue, ognuna immagine di un dominio di Pelor: Bene, Forza, Guarigione e Sole.
Ai piedi di ogni statua c’è un’iscrizione.
Bene: “Il male viene fatto senza sforzo, naturalmente, è l’opera del fato; il bene è sempre il prodotto di un’arte.” (Charles Baudelaire)
Forza: “Il mondo spezza tutti e poi molti sono forti proprio nei punti spezzati” (Ernest Hemingway)
Guarigione: “Ci sono mali dei quali non bisogna cercar di guarire, perché sono i soli a proteggerci contro altri più gravi.” (Marcel Proust)
Sole: “A volte un’idea può essere la cosa più piccola del mondo, una piccola fiamma che fai spuntar fuori e copri con le tue mani e preghi che non sia spenta da tutta la tempesta che urla su di essa.” (Nick Cave)
Ogni statua regge un vassoio vuoto e di fronte ad ognuna c’è una porta.
Entrano nella stanza del Bene, che è una galleria d’arte in cui notano tra gli altri i seguenti quadri:
-un angelo che combatte un demone
-una donna venerea che arriva su una conciglia
-un cavaliere azzurro
-un paladino che combatte contro un drago
-un uomo che urla sul ponte
-13 amici a cena tutti dallo stesso lato del tavolo
-una donna delle pulizie con un turbante e un orecchino
-amici intenti a festeggiare un baccanale
Ogni volta che osservano un quadro questo gli parla e pososno entrare e partecipare all’azione del dipinto. Vanno subito a combattere il demone e portano il quadro come simbolo del bene alla statua, ma è l’oggetto sbagliato e per espiare la loro colpa devono affrontare un pericoloso demone.
La storia si ripete anche con il quadro del drago e con l’uomo che urla sul ponte. Per loro fortuna hanno facilmente la meglio di tutti i demoni che li fronteggiano fino a che non capiscono che il vero bene si compie con semplici gesti e scelgono di dare una mano alla donna delle pulizie, guadagnandosi il rispetto di Pelor:
“Saruman ritiene che soltanto un grande potere riesca a tenere il male sotto scacco. Ma non è ciò che ho scoperto io. Ho scoperto che sono le piccole cose… le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l’oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore.” (Lo Hobbit)
Entrano nella stanza della Forza, dove trovano diversi oggetti appartenuti al guerriero James, il cui spettro illustra loro i dettagli dei molti oggetti che sono raccolti nella sua stanza. Ognuno di loro è un aspetto della forza che aveva in vita, ma anche in questo caso fanno un paio di scelte sbagliate, riforgiando la spada spezzata. Scoprono infine che tutte le sue eroiche azioni sono state possibili grazie alla forza d’animo che gli ha dato sua moglie, il cui ricordo è custodito in una tazza rotta che ha riparato con dell’oro.
Portando la tazza riparata alla statua questa finalmente accetta l’oggetto:
““La morte è parte naturale della vita, gioisci per coloro che intorno a te si trasformano nella Forza” (Yoda)